Rosalba Nattero ha partecipato al video "Shadow Film", parte integrante dell'omonima mostra. Il progetto, di Luca Saini e Dario Quatrini, si muove tra realtà e finzione e narra le vicende che ruotano intorno a quattro film immaginari, ricostruendone nei minimi particolari la storia e le vicende.
Nel video Rosalba Nattero interpreta la parte di Lorna Ley, l'attrice protagonista.
L'opera si autocostruisce un immaginario e un background in un percorso inverso-da keyframe a film e non viceversa, nasce finita e si ricostruisce la sua creazione, l'opera cortocircuita tra perdita e acquisto di senso, è un indizio ed un invito a chiudere il cerchio da parte di chi la guarda e l'ascolta.
…1971: un regista della scena indipendente italiana, J.T. Wodash, gira un lungometraggio totalmente autoprodotto dal titolo: "Into my soul, the shadow…", una storia autobiografica largamente ispirata alla prigionia dei malati di mente negli istituti psichiatrici-lager.
Negli intenti di Wodash quest'opera è già manifesto estetico e politico: attraverso l'utilizzo della camera, occhio che indaga con estenuanti carrellate soggettive e primissimi piani, il regista racconta i drammi sociali dei primissimi anni settanta, metaforizzandoli con un approccio visionario e dalle influenze surrealiste. Il film è una commistione di documentarismo verista e narrazione fantastica dalle tinte forti, che ottiene poco successo tra i cultori di genere horror, genere cui è erroneamente accostato; avrà però il risultato di procurare a Wodash l'appoggio di un produttore, che sotto l'etichetta Shadow Film firmerà l'intera produzione del giovane regista. Nascono, in pochi anni, ben sette titoli tra cui ricordiamo il celebre "Cosa pensano le scimmie", distopia allucinata venata di romanticismo, "La piscina" che si può di buon grado inserire nel cosiddetto filone "horror psichedelico", "L'attesa", che riprende e amplia l'amato tema del manicomio della prima opera ampliandone la critica sociale, infine l'ultima opera, "The artist", feroce attacco alla critica uscito nelle sale con il titolo spurio di "Figli della violenza"…