Il film affronta il caso dei Popoli naturali, culture invisibili che tuttavia sono parte integrante dell'umanità.
I Popoli naturali, ovvero i Popoli indigeni o Nativi del pianeta, sono culture che non hanno riferimento etico e spirituale nelle grandi religioni comparse nella storia, ma al contrario vivono un loro specifico modo di vedere e di rapportarsi alla vita.
Il riferimento massimo dei Popoli naturali è costituito dal rapporto diretto con la Natura e con i suoi valori intrinsechi. La Natura intesa come manifestazione di un mistero che ha dato vita all'uomo e all'universo, ovvero lo Shan.
In questo rapporto pragmatico vissuto con la Natura i Popoli naturali trovano le indicazioni per lo sviluppo della loro spiritualità, trovano armonia individuale e riferimento comune.
Anche se di etnie e luoghi geografici diversi e lontani fra loro, i Popoli naturali sono intimamente legati da una stessa esperienza di riferimento e di vita.
I Popoli naturali sono la manifestazione di culture molto antiche legate a tradizioni che si perdono negli albori della storia dell'umanità. Culture che non hanno partecipato allo sviluppo convenzionale della storia a cui apparteniamo, ma hanno mantenuto una loro specifica identità culturale. Secondo una stima delle Nazioni Unite, queste culture rappresentano più del 20% dell'intera popolazione umana.
Tradizioni che esistono in ogni continente, Europa compresa. L'antico druidismo europeo rappresenta la manifestazione di una precisa conoscenza e contemporaneamente il collante di etnie diverse che costituivano una costellazione culturale definibile come l'area celtica di tutta l'Europa.
La presenza di queste tradizioni invisibili, tuttora vive e vitali, porta a distinguere due principali culture esistenti sul pianeta, ben distinte tra di loro e di pari dignità culturale: quella dei cosiddetti Popoli naturali, quali continuatori di tradizioni ancestrali, e quella della società maggioritaria disegnata dalle grandi religioni storiche.
Il film Shan dà voce agli esponenti delle tradizioni invisibili e denuncia la profanazione della loro identità e dei loro luoghi sacri.
Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro, Rappresentanti di quattro Comunità indigene, lavorano nell'ambito della Commissione per i Diritti Umani dell'ONU alla tutela dei diritti religiosi dei Popoli nativi. Il film racconta alcuni di questi casi emblematici.
La profanazione della montagna sacra degli Apache
La violazione di Mount Graham, la montagna sacra del popolo Apache, rappresenta un caso emblematico che riassume tutti i problemi dei Popoli nativi del nostro tempo. La profanazione della montagna sacra degli Apache è un esempio della sopraffazione culturale subita ancora oggi dai popoli nativi. Intorno a questa montagna, antico e tradizionale simbolo religioso del popolo Apache, si scontrano gli interessi specifici delle grandi religioni e il diritto alla libera spiritualità dei nativi.
La montagna in questione è stata violata dalla costruzione di un osservatorio astronomico internazionale. Molti sponsor si sono ritirati adducendo la scarsa visibilità e accettando le proteste degli Apache. Altri sponsor continuano la costruzione, come l'Osservatorio gestito dallo Stato del Vaticano, il quale ha affermato che non ci sono motivi per ritenere sacro il luogo e quindi i nativi non sono autorizzati a protestare.
Ola Cassadore, leader dell'Apache Survival Coalition, conduce da 16 anni una protesta contro la dissacrazione della montagna sacra degli Apache.
I nativi Apache in questo caso, come tanti altri Popoli naturali del pianeta, sono spogliati dei loro più elementari diritti e la loro protesta è ignorata e, come è avvenuto già in passato, gli interessi alimentano la mistificazione e l'equivoco per togliere forza alla loro stessa protesta.
Le lotte degli Aborigeni Australiani
I Popoli Naturali che lottano per la sopravvivenza delle loro tradizioni esistono su ogni continente.
Oggi i Nativi australiani sono impegnati in una azione per il recupero delle spoglie dei loro Antenati presso i musei di tutto il mondo. Gary Murray, presidente del Wiran Aboriginal Corporation, sta conducendo una lotta per il recupero degli Antenati Wamba Wamba ed ha recentemente condotto una cerimonia di risepoltura delle spoglie di 31 defunti nei terrotori sacri delle Comunità Wamba Wamba. La cerimonia era un esempio della forza con cui i Nativi Australiani difendono le loro tradizioni, culture e spiritualità. Da troppo tempo ormai sono state profanate le terre e le tradizioni dei Nativi Australiani. La celebrazione era solo l'inizio del riconoscimento del valore delle loro tradizioni.
Il valore simbolico della lotta dei Nativi per il recupero delle spoglie degli Antenati sta nella loro determinazione a difendere e dare continuità alla loro tradizione e a salvaguardare i loro territori sacri. I Nativi Australiani, come tutti I Popoli Naturali, sono portatori di conoscenze antiche che riguardano le origini dell'umanità e gli avvenimenti successivi che sono andati persi alla memoria ordinaria. Questo fatto, insieme al loro diritto indiscusso per la manifestazione delle loro tradizioni, rappresenta un ulteriore motivo per dare spazio e per riconsiderare la loro cultura.
La difesa della montagna sacra dei Nativi del Camerun
La Confrérie Mbog-Parlement del Popolo Bassa, Camerun, è impegnata da anni nella difesa della sua identità spirituale e per il riconoscimento dei popoli indigeni dell'Africa. In particolare denuncia le profanazioni della montagna sacra Ngog-Lituba, santuario naturale e spirituale del popolo Bassa, perpetrate dalla Chiesa Cattolica, la cui ambizione è di fare di questo importante luogo di pellegrinaggio, culla delle dodici tribù Bassa, una sua proprietà fondiaria grazie al suo monopolio in Camerun, paese laico. In questo modo si spiega la sistemazione da più di dieci anni di una croce e di una statua della Vergine Maria in cima alla montagna.
Il Popolo Bassa è anche impegnato nell'azione di recupero del patrimonio tradizionale e delle vestigia spirituali, trattenute nei musei europei dall'epoca della colonizzazione del Camerun da parte di Francia, Germania e Gran Bretagna.
La battaglia dei Taino
La United Confederation of Taino People riunisce tutti i Nativi dei Caraibi ed è impegnata in una azione per la difesa dell'identità del Popolo Taino.
In particolare condanna gli stereotipi razziali ai danni dei Popoli indigeni che si perpetuano su libri, film, riviste, come ad esempio nel recente film della produzione di Walt Disney "Pirati dei Caraibi" in cui i Taino vengono dipinti come cannibali selvaggi.
Un'altra importante lotta che i Taino stanno conducendo è la difesa dei loro luoghi sacri, ne è un esempio l'occupazione della Caguana Ceremonial Center nella cittadina di Utuado, Porto Rico, un imponente luogo megalitico usato da sempre dai Taino come luogo cerimoniale, trasformato dallo stato in parco archeologico. Le ristrutturazioni rendono l'area inaccessibile ai Taino locali che vedono l'azione come atto di violazione della loro libertà religiosa.
I Taino protestano contro gli abusi nei confronti dei siti archeologici e degli oggetti cerimoniali e funerari indigeni. Vengono profanati e distrutti i loro luoghi di sepoltura, i luoghi sacri e i beni ancestrali.
I Menhir bretoni in gabbia
Oggi le antiche tradizioni d'Europa sopravvivono nelle comunità autoctone che mantengono vivo il riferimento alle antiche tradizioni dei Nativi europei. I loro luoghi sacri sono ancora oggi usati per riti religiosi e sociali.
In Francia, a Carnac (Bretagna), si sta manifestando il caso di una di queste comunità tradizionali che è oggi soggetta ad intimidazioni, è impedita nell'esercizio nella sua libera identità spirituale e chiede di essere aiutata.
Anche se lo Stato francese non prevede identità diverse da una sua integrità nazionale, questa comunità, che si può definire di Nativi europei, legata alle sue antiche tradizioni millenarie, rivendica egualmente la sua identità specifica e chiede le venga restituito l'accesso all'area megalitica che considera il suo luogo sacro, simbolo millenario della propria identità, il cui accesso è attualmente impedito così come è impedito il suo libero uso tradizionale.
L'area megalitica di Carnac in questione è stata requisita dal governo francese che con la scusa di preservarla dai danni del turismo l'ha recintata e impedisce alla comunità tradizionale che dimora in quell'area il libero accesso al luogo.
Dal 1991 è impedito agli abitanti l'accesso al luogo per via di un progetto che prevede la trasformazione del sito in un parco archeologico a fini commerciali. La comunità tradizionale bretone non si rassegna a perdere l'antico riferimento ed ha intrapreso una protesta che prosegue da 16 anni. La protesta è guidata dal movimento "Menhirs Libres" che si è fatto portavoce della Comunità bretone. Protesta che è divenuta sempre più dura con il passare del tempo.
Le presenze archeologiche dei Nativi europei nell'area del Piemonte
Il film dà spazio anche alla presenza della cultura dei Popoli autoctoni del Piemonte. Anche in Italia esistono moltre tracce di megalitismo, ma differenza di ciò che è avvenuto in altri Paesi del Nord Europa, il patrimonio megalitico delle zone del Piemonte e dell'Italia in genere è stato abbandonato a se stesso per molti secoli, con il risultato che molti siti megalitici sono senza indicazioni e ormai molti di essi sono introvabili. Il Piemonte è sempre stato terra di abbazie e di monasteri che hanno dominato l'area. Gruppi di antica religione sono passati al cristianesimo ed hanno gestito un potere temporale che ha combattuto la vera antica religione che appoggiava i contadini e le loro ribellioni. Questi gruppi possono aver distrutto le tracce dell'antica religione effettiva.
Ma la presenza megalitica in Piemonte è così massiccia che neppure la determinazione di cancellare l'antica cultura, unita all'indifferenza attuale degli enti locali, sono riuscite a eliminarne completamente le tracce. Anche nei territori delle valli piemontesi esiste un patrimonio costituito da antiche leggende, reperti megalitici, cerimonie e usanze che fanno intuire la presenza di un'antica tradizione ancora viva e vitale.
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